Diritto Civile
Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 33476 - pubb. 30/07/2025
Liquidazione del danno da deportazione e analogia con l’ingiusta detenzione
Tribunale Genova, 23 Aprile 2025. Est. Grasso.
Risarcimento del danno per la deportazione e i lavori forzati subiti dai militari italiani internati nei campi tedeschi - Legittimazione - Prescrizione - Liquidazione del danno
In tema di risarcimento del danno per la deportazione e i lavori forzati subiti dai militari italiani internati nei campi tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, la legittimazione passiva resta in capo alla Repubblica Federale di Germania, quale autore del fatto illecito. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, pur destinatario della notifica ai sensi dell’art. 43, comma 6, D.L. n. 36/2022, non assume la qualità di parte sostanziale né può sollevare eccezioni nel merito, incluse quelle relative alla prescrizione.
Le pretese risarcitorie per crimini di guerra e contro l’umanità sono imprescrittibili, in quanto fondate su norme consuetudinarie internazionali generalmente riconosciute, rilevanti nell’ordinamento interno ai sensi dell’art. 10 Cost.
La liquidazione equitativa del danno non patrimoniale può avvenire mediante analogia con l’indennizzo per ingiusta detenzione, da adattarsi in relazione alla durata, gravità e condizioni della prigionia. (1)
(1) Liquidazione del danno da deportazione e analogia con l’ingiusta detenzione, verso un parametro di giustizia piena: nota a Tribunale di Genova, 23 aprile 2025, di Cristina Florean
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