Crisi d'Impresa e Insolvenza


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 33825 - pubb. 06/11/2025

Effetti del pignoramento trascritto dal creditore dell’avente causa in caso di vittorioso esperimento dell’azione revocatoria ordinaria o fallimentare

Tribunale Tivoli, 22 Ottobre 2025. Est. Lupia.


Azione revocatoria ordinaria o fallimentare - Pignoramento trascritto dal creditore dell’avente causa in caso di vittorioso esperimento dell’azione - Espropriazione contro il terzo proprietario



Non trova applicazione la causa di improcedibilità ex art. 55 L.F. (ora art. 150 del Codice della crisi) in caso di pignoramento trascritto dal creditore dell’avente causa in caso di vittorioso esperimento dell’azione revocatoria ordinaria o fallimentare da parte della curatela, ancorchè la trascrizione del primo sia successivo a quello della domanda giudiziale; invero la giurisprudenza di legittimità è costante nell’affermare come l’accoglimento dell’azione revocatoria ordinaria o fallimentare proposta dalla curatela non determini un effetto traslativo con ingresso del bene nel patrimonio fallimentare come bene del fallito (per tutte Cass. 29 luglio 2014 n. 17196 e Cass. S.U. 23 aprile 2009 n. 9660).


È poi da escludere che l’espressione beni “beni compresi nella procedura” di cui all’art. 55 L.F. (ora art. 150 del Codice della crisi) sia tale da ricomprendere ipotesi di responsabilità senza debito diverse dall’ipoteca a garanzia di debiti altrui menzionata dall’art. 201 del Codice della crisi.


In questo caso, dunque, il curatore che intenda ottenere la liquidazione dell’immobile deve procedere ad espropriazione contro il terzo proprietario ex art. 602 c.p.c, contemplando l’azione esecutiva nel programma ex art. 213, comma 3, del Codice della crisi.


Ove il creditore dell’avente causa-soccombente abbia agito in executivis ex art. 555 cpc contro quest’ultimo, il due pignoramenti debbono essere riuniti dal G.E. ex art. 561 cpc e la curatela concorre nella distribuzione della somma ricavata dalla vendita con il creditore pignorante secondo i principi inferibili dall’art. 2652, n. 5, c.c. (Francesco Lupia) (riproduzione riservata)




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